Repetti’s Dictionary and Monteverdi

Here the words of Emanuele Repetti on the main, fortified farm at Monteverdi, with useful information about its past.

Full reference: Dizionario Geografico, Fisico, Storico della Toscana

Denominazione: Monte Verdi, Monteverdi
Popolo: (S. Michele a Monteverdi) (S. Giovanni Battista ad Ancajano) S. Michele a Paganico
Piviere: (S. Giovanni Battista ad Ancajano) S. Michele a Paganico
Comunità: Campagnatico
Giurisdizione: Campagnatico
Diocesi: Grosseto
Compartimento: Grosseto
Stato: Granducato di Toscana

MONTE VERDI, e MONTEVERDI nella Valle dell’Ombrone sanese. – Casale ch’ebbe titolo di castello con cappella (S. Michele) nella distrutta pieve di Ancajano, ora di Paganico, Comunità Giurisdizione e circa miglia toscane 4 e 1/2, a grecale di Campagnatico, Diocesi Compartimento di Grosseto.
Risiede in una collina posta presso la confluenza del torrente Lanzo in Ombrone, fra il Sasso di Maremma, il Castello di Paganico e l’osteria de’Cannicci.
Vi ebbero signoria i conti dell’Ardenghesca, i quali fino dal secolo XII donarono molti beni col padronato della chiesa di Monteverdi alla loro badia di S. Lorenzo dell’Ardenghesca sotto Civitella, per cui il Pontefice Celestino III con breve del 17 aprile 1196 confermò a quei cenobiti due porzioni del castello e corte di Monteverdi con la chiesa ivi situata. – (ARCH. DIPL. FIOR. Carte de convento degli Angeli di Siena).
Nel 1224 dovendosi eleggere il nuovo rettore della chiesa di Monteverdi, il pievano di Ancajano pretendeva di darne l’investitura senza il consenso dei monaci e dell’abate dell’Ardenghesca; per la qual cosa fu rimessa la questione all’arbitrio di due giudici, i quali con lodo del 14 settembre 1224 decisero che il pievano dovesse essere presente all’installazione del chierico, o monaco o oblato, che dall’abate dell’Ardenghesca fosse stato eletto in rettore della chiesa di Monteverdi, a condizione che l’investito prestasse ubbidienza all’abate nello spirituale e nel temporale, e che il pievano d’Ancajano lo investisse soltanto nello spirituale (loc. cit.)
Nuova donazione alla badia testè rammentata fu fatta nel 18 maggio 1261 da un Ristoro di Pepone di alcuni altri effetti, parte de’quali si dicono situati nel distretto di Monteverdi. Anche nel 21 dicembre 1265 l’abate dell’Ardenghesca per pagare diversi debiti del suo monastero dopo ottenuto il consenso di quel capitolo, alienò alcuni beni, compresi i fitti soliti pagarsi dagli abitanti di Monteverdi.
Finalmente nel 13 novembre 1281 l’abate di S. Mustiola a Torri presso Rosia partecipò ai monaci della badia Ardenghesca l’annuenza prestata dal testè defunto Pontefice Niccolò III; cioè di poter vendere una porzione di effetti, sino alla somma di lire 1500, che la stessa badia possedeva nel castello e distretto di Monteverdi e nel vicino Castellaccio di Ripa.
Dopo quest’ultima epoca non s’incontrano più documenti confacenti a dimostrare la continuazione del giuspadronato de’monaci dell’Ardenghesca, nella chiesa e castello di Monteverdi, ne di cui diritti sembra che d’allora in poi sottentrassero alcuni magnati sanesi.
Appartenevano a questi ultimi i figli del milite Ugolino di Rustico, i quali per istrumento del 12 ottobre 1294 alienarono alla Rep. di Siena per la valuta di lire 1768 tutto ciò ch’essi possedevano nel castello e disiretto di Monteverdi; mentre dopo tre anni i governanti di detta città per contratto del 7 settembre 1297 fecero acquistare per lire 933 e soldi 10 pagate a Niccolò del fu Bonifazio de’Bonsigonori di Siena la terza parte pro indiviso del Castello e corte di Monteverdi. – (ARCH. DELLE RIFORMAG. Dl SIENA. Kaleffo dell’Assunta n.° 934, 935 e 936).
Attualmente Monteverdi con la sua corte consiste in una vasta tenuta dei marchesi Patrizj di Roma, la quale è annessa insieme con la chiesa a quella anche più vasta di Paganico.

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